Le Iene e i “malati” di slot machines
29/04/2013 - L'inviata della famosa trasmissione televisiva "Le Iene", Nadia Toffa ci porta nel mondo del gioco d'azzardo e della dipendenza
C'è grossa crisi, faceva dire Corrado Guzzanti ad uno dei suoi indimenticabili personaggi, il santone Quelo, nel lontano 1997: oggi questo tormentone è quanto mai attuale, eppure, come ci dimostrano le Iene, la crisi non impedisce agli italiani di dedicarsi ad una delle loro più grandi passioni, il gioco d'azzardo.
Ieri sera "LE IENE" hanno mandato in onda un servizio sulle Slot Machines considerate la nuova ossessione degli italiani. L’inviata Nadia Toffa ha analizzato il fenomeno per motivare la dipendenza e venire a capo di chi guadagna da questo giro economico.
LE SLOT MACHINES – “Il giocatore abituale arriva anche a spendere 700 euro a settimana, quello meno accanito anche 200-300 euro” spiega una lavoratrice di una sala slot a Nadia Toffa. L’inviata è finita all’interno di questi posti “fatati” che in realtà corrispondono a luoghi dell’orrore: ideati per "spillare" soldi a chi varca l’ingresso, le sale slot sono aumentate in modo preoccupante nelle grandi e piccole città. L’accoglienza è studiata al dettaglio e per tenere il giocatore attaccato alla macchina da gioco, arrivano cocktail in omaggio, è permesso fumare all’interno di alcune sale e la musica fa da sfondo in modo ipnotico. La luce all’interno è sempre la stessa: che fuori sia giorno o sia notte poco importa, in una sala slot si vive nel riflesso delle luci al neon. Nadia Toffa infila 50 euro nella macchinetta e nota il credito scendere velocemente: in meno di due minuti, il credito è finito. A sentire la testimonianza di alcuni giocatori, si scopre che ci sono persone che ogni volta che giocano, spendono fino a 900 euro e senza mai vincere. “Le persone si giocano i soldi dell’affitto e della pensione: è come una droga. Nel 2009 sono state "legalizzate" spiega l'inviata e fa un giro a Milano per capire fino a che punto arriva la presenza: in un chilometro e quattrocento metri ci sono ben sette sala giochi. "Il gioco d’azzardo è la terza impresa italiana e ha un giro d’affari di 100 miliardi l’anno. L’Italia è il terzo paese del mondo per volume di gioco e il primo per spesa pro capite: 1.450 euro l’anno" dice Nadia Toffa riportando dati inquietanti. È per questo che il SERT ha così tante richieste?
LA DIPENDENZA - Il Sert, centro per le dipendenze, ha visto aumentare la presenza dei dipendenti da gioco: "In Italia ci sono 15 milioni di giocatori, tre milioni sono a rischio patologia e 800 mila sono malati". Che cos’è la ludopatia? La dipendenza da gioco fa spendere all’Italia "dai 5 ai 6 milioni l’anno per il recupero dei giocatori patologici" spiega l’inviata delle Iene. Non si smette perché il gioco alle macchinette è "una malattia", è "una droga" e così via. Chi ci guadagna? Gli introiti dello Stato sono diminuiti perché la tassazione che inizialmente era del 25% ora è scesa all’ 8%, quindi a guadagnare maggiormente sono i gestori delle sale anche se c’è da considerare anche il fenomeno delle macchinette on-line: chi gestisce un sito del genere paga solo lo 0,6% di tasse. La domanda è perché lo Stato permette la presenza delle slot machines se ha un guadagno di 8 miliardi ma ne spende dai 5 ai 6 per recuperare i giocatori accaniti? Crescono le associazioni dei "giocatori anonimi" in cui le persone decidono di raccontare le loro storie: sono persone che hanno perso tutto e hanno deciso di fermarsi e fare un passo indietro.
CHI CI GUADAGNA - La dipendenza non è l’unico male delle slot, infatti Nadia Toffa incontra un ex malavitoso della 'ndragheta ora pentito che racconta in che cosa sta investendo la criminalità organizzata oggi per guadagnare denaro correndo meno rischi: "Il gioco sta diventando il primo business perché porta introiti più alti della droga e i rischi sono assai inferiori". Come funziona la gestione? "A volte aprono delle sale, altre volte si inseriscono in sale già esistente. Ad esempio, a Milano si può aprire ma entra in gioco la ‘ndrangheta che ti consiglia che macchinette prendere e ti indirizzano. Il gioco ti dà controllo, ti dà potere. Ci sono persone così perse che anziché fargli pagare il conto magari ti fai dare un aiutino e gli fai tenere in casa dieci chili di cocaina o gli fai fai fare qualche viaggio per trasportare droga, armi". E così persone insospettabili con la dipendenza da gioco, si trovano a servire la malavita, spiega l'inviata delle Iene. "Ho visto gente che si è giocata i soldi della lapide, c’è gente che si è giocata la moglie" continua il pentito.
SALE ILLEGALI - Esistono realtà nascoste illegali e all’interno di appartamenti privati ci sono sale abusive: alla presenza di tre macchinette, massimo quattro persone giocano. Il gestore regala il primo giro poi "prende una macchinetta e la porta via. Questa mossa è illegale perché le macchinette sono collegate al Monopolio di Stato"spiega Nadia. Il gestore ammette che quella è una sala gioco clandestina e caccia via il complice delle Iene perché "potrebbe essere un carabiniere o un finanziere" ma è preparato ad "eventuali sequestri" e sa come raggirarli ma non spiega come. Per terminare il servizio a dir poco sconvolgente, Nadia Toffa spiega che i politici dicono che "Il gioco serve a risanare le casse dello Stato ma a conti fatti non è così" proprio come ci ha dimostrato. "Le sale slot creano solo solitudine, dipendenza e sofferenza. Non fanno bene a nessuno" conclude l’inviata.
Un servizio sconvolgente, lascia senza parole persino gli esperti del settore figuriamoci la gente comune e le famiglie di quei poveri "malati" di slot machine che dalla mattina alla sera si giocano lo stipendio, la pensione o addirittura la casa pur di continuare a sentire quel rollio insopportabile della slot in funzione... un miraggio di guadagno per chiunque, ma come sappiamo è diventata la rovina di molte famiglie. Prima o poi qualcosa verrà fatto, ma come al solito sarà troppo tardi, a noi e a voi non resta che restare a guardare.
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